Strumenti Tecnologici

La stanza della psicologia è un luogo in cui viene proposto un servizio integrato per la salute psicologica, dove le ultime innovazioni nel campo delle tecnologie vengono applicate al benessere psicofisico delle persone. 

Questo luogo è stato attrezzato con diversi strumenti d’avanguardia nel campo della psicologia digitale: le potenzialità delle ultime innovazioni nel campo delle tecnologie si uniscono all’esperienza e alla competenza dei professionisti del centro per essere integrate con le attività di diagnosi e trattamento psicologico. 

Nello specifico sono stato acquistati uno strumento per il Neurofeedback che permette di modulare e intervenire sull’attività cerebrale in tempo reale, un Sensore Biofeedback attraverso cui vengono raccolti i segnali psico-fisiologici e le conseguenti modificazioni, e un device per la Realtà Virtuale per poter esporre il soggetto a contesti strutturati ad hoc per le rispettive difficoltà (ad esempio per le fobie).

VR

Cosa è la realtà virtuale?

La Realtà Virtuale (RV) è un sistema di visualizzazione tridimensionale (3D) interattivo che, attraverso un visore, permette all’utente di calarsi in un ambiente virtuale realistico.

Questo ambiente virtuale è costituito da un’interfaccia grafica immersiva, interattiva e tridimensionale.

La RV consente di sperimentare:

  • Senso di presenza: impressione soggettiva dell’utente di sentirsi realmente parte dell’ambiente virtuale;
  • Senso di immersione: grado di stimolazione effettiva che coinvolge attivamente il sistema sensoriale e motorio.

Tali forme di coinvolgimento permettono all’utente di non avere percezione dell’uso dello strumento, rispondendo alle stimolazioni come se queste provenissero realmente dall’ambiente in vivo.

Vantaggi:

  • Elevato coinvolgimento emotivo;
  • Apprendere facendo;
  • Controllo della variabili attraverso la gestione del livello di immersione e difficoltà dell’esperienza;
  • Supervisione diretta mediante la presenza del terapeuta durante l’esposizione;
  • Permette di simulare scenari difficilmente riproducibili;
  • È divertente!
 
Realtà virtuale e salute mentale

Gli ambienti virtuali possono invocare gli stessi moduli cognitivi ed emotivi dell’esperienza reale equivalente.

Diversi studi hanno osservato come situazioni virtuali, ad esempio esposizione a oggetti fobici virtuali, sono in grado di indurre variazioni di:

  • Frequenza cardiaca;
  • Conduttanza cutanea;
  • Temperatura periferica.

L’esperienza cognitiva ed emozionale che fornisce la RV consente al paziente di passare da osservatore a protagonista dell’esperienza. Ne deriva un elevato grado di validità ecologica che avvicina le situazioni terapeutiche e riabilitative a quelle del mondo reale.

La RV è al centro di numerosi e recenti studi che ne dimostrano l’efficacia nei seguenti quadri clinici:

  • Disturbi d’Ansia (Gorini A., Riva G., (2008). Realtà Virtuale in Anxiety Disorders: the past
    and the future. Expert review of neurotherapeutics.)
  • Fobie Specifiche (Lake J., (2015). The integrative management of PTSD: A review of
    conventional and CAM approaches used to prevent and treat PTSD with emphasis on
    military personnel. Advances in Integrative Medicine.)
  • Disturbi Ossessivi Compulsivi (Kwanguk K., Chan-Hyung K., So-Yeon K., Daeyoung R.,
    Sun K., (2009). Realtà Virtuale for Obsessive-Compulsive Disorder: Past and the Future.
    Psychiatry investigation.)
  • Abuso di Sostanze (Moon J., Lee J.H., (2009). Cue exposure treatment in a virtual
    environment to reduce nicotine craving: A functional MRI study. CyberPsychology &
    Behavior.)
  • Disturbi dell’Alimentazione (Alcañiz M. et al. (2000), A New Realistic Body
    Representation in Virtual Environments for the Treatment of Disturbed Body Image in
    Eating Disorders. CyberPsychology & Behavior, 3(3), 433- 438. American Psychiatric
    Association (2014). DSM 5, Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali. Milano:
    Raffaello Cortina.)
  • Disturbi della Sessualità (Lafortune, D., Dion, L., & Renaud, P. (2020). Virtual reality and
    sex therapy: future directions for clinical research. Journal of Sex & Marital Therapy, 46(1),
    1-17.)
  • Schizofrenia (Baker E.K., Kurtz M.M., Astur R.S., (2006). Realtà Virtuale assessment of
    medication compliance in patients with schizophrenia. Cyberpsychology & Behavior.)
 
Nello specifico, le applicazioni che abbiamo a disposizione fanno riferimento al trattamento delle fobie (paura di guidare, di volare, delle altezze, paura degli animali e claustrofobia), al trattamento di disturbi ossessivi (con particolare riferimento allo sporco e al disordine), trattamenti di riabilitazione cognitiva e promozione di abilità sociali.

 

Biofeedback

Il biofeedback è uno strumento che fornisce un feedback su alcuni indici biologici tra cui troviamo la temperatura corporea, la variabilità della frequenza cardiaca e la conduttanza cutanea, ossia i livelli di elettricità corporea rilevabili sulla pelle.

Si tratta, quindi, di una informazione circa le funzioni biologiche della persona: non è niente di funzionalmente diverso dal termometro usato per misurare la temperatura corporea quando sospettiamo di avere la febbre.

Questo strumento, così come il termometro, è una mera misura di alcuni indici fisiologici, ma di per sé non opera alcuna modificazione su questi valori. 

Integrare, invece, questo monitoraggio ad esercizi di respirazione o meditazioni finalizzate al rilassamento, permette di ricavare molte informazioni utili ai fini della strutturazione di un piano terapeutico che possa essere il più possibile delineato secondo le esigenze specifiche della persona: è proprio attraverso il controllo della respirazione che si possono ottenere modificazioni fisiologiche rilevanti che portano ad una risposta di rilassamento con conseguente aumento della normale variabilità della frequenza cardiaca, un aumento della temperatura e una riduzione della conduttanza cutanea.

Questo training permette, quindi, di apprendere delle modalità di autoregolazione volontaria, ossia la capacità di provocare queste modiche somatiche anche senza ricorrere allo strumento, che serve soprattutto nelle fasi iniziali di pratica (training) per avere dei dati oggettivi su cui basare gli interventi.

Una volta apprese queste tecniche di autoregolazione il soggetto può traslare queste capacità nella sua vita quotidiana, ad esempio mettendo in atto strategie per abbassare la pressione o diminuire i battiti cardiaci, utili in particolare in tutti quei casi in cui vi siano livelli di ansia o stress particolarmente elevati e difficili da controllare, al punto tale da interferire significativamente sulla quotidianità della persona.

Un percorso di miglioramento del benessere psichico e fisico della persona attraverso l’uso del biofeedback può essere, quindi, strutturato in tre fasi: la prima consiste nel ricavare un biofeedback continuato, immediato e preciso dei processi fisiologici interni; dopodiché si effettua un periodo di training per comprendere il significato soggettivo delle informazioni ricevute e, infine, si procede verso l’acquisizione di capacità che permettano di modulare questi processi spontanei in base alle necessità quotidiane del soggetto.

Neurofeedback

Il neurofeedback è uno strumento in grado di acquisire i segnali bioelettrici del cervello attraverso dei sensori connessi ad una apposita cuffietta.

È uno strumento non invasivo che offre un grande supporto al lavoro terapeutico, perchè consente di intervenire direttamente sui segnali provenienti
dal cervello in tempo reale, attraverso un feedback che consiste nella variazione di alcune caratteristiche del gioco che il soggetto osserva sullo schermo durante la fase di training.

Il software permette, infatti, la presentazione di scenari Neurofeedback dedicati al paziente, con un’ampia scelta tra giochi e contenuti multimediali.

Le procedure neurofeedback sono realizzate sulla base della plasticità funzionale del sistema nervoso: il paziente ha quindi la possibilità di vedere e percepire i propri cambiamenti attraverso il modificarsi di vari processi fisiologici e imparare dunque le tecniche di autoregolazione andando a rieducare l’attività cerebrale.

Le applicazioni principali di questo strumento fanno riferimento ad un’ampia gamma di problematiche; in particolare è risultato efficace per:

  • Trattamento di disturbi da ansia e stress (PTSD – Post-Traumatic Stress Disorder);
  • Trattamento di disturbi da deficit dell’attenzione/iperattività in adulti e bambini (ADHD e ADD);
  • Aumento della concentrazione e delle prestazioni sul lavoro (sportivi, accademici, artisti…);
  • Disturbi d’ansia;
  • Disturbi depressivi e depressione lieve;
  • Disturbi somatoformi con umore depressivo;
  • Insonnia;
  • Dipendenze e abuso di sostanze;
  • Supporto per il normale invecchiamento;
  • Miglioramento delle funzioni cognitive (attenzione) e motorie in assenza di altri disturbi.